Page 12 - RITORNO A REIMS
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DIDIER ERIBON                                                                                                              ARTE E POLITICA NEL TEATRO DI OSTERMEIER
                               quale effetto abbia esercitato una rappresentazione di                            avere una predilezione e che gli ha attirato i fulmini della
                               Aspettando Godot sul giovane Foucault, al pari della                              censura, in Cina, alcuni mesi fa), Čechov, Büchner… ma
                               musica di Boulez o di Barraqué o della letteratura di                             anche autori dei giorni nostri: Lars Norén, Mark Ravenhill,
                               Blanchot, Bataille e Klossowski, che gli consentirono di                          Sarah Kane, Marius von Mayenburg e prossimamente
                               rompere con il peso della tradizione culturale e                                  Edouard Louis, con un magistrale e sconvolgente
                               contemporaneamente con Hegel e Marx.                                              adattamento di Storia della violenza. La contemporaneità si
                               Ho verificato: Thomas Ostermeier non ha mai messo in                              declina in molteplici modi sulle scene della Schaubühne, il
                               scena Beckett. Gli ho chiesto perché. Mi ha risposto che                          teatro che dirige dal 1999, con la sua compagnia di
                               Brecht è l’autore che si dirige a vent’anni, Beckett quello dei                   magnifici attori, e nei teatri di tutto il mondo, dove i suoi
                               settanta. Poiché Thomas ha festeggiato di recente il suo                          spettacoli sono invitati: si estende dalla fine del XVI secolo
                               cinquantesimo compleanno, siamo avvertiti: dovremo                                agli anni 2010.
                               attendere una ventina d’anni per vedere il suo Godot.
                               Posso farmi portavoce di un buon numero dei presenti e                            Lo spettacolo che ha debuttato la settimana scorsa a
                               domandargli di anticipare il progetto? Siamo impazienti!                          Berlino (la prima si è tenuta il 23 novembre 2018, n.d.t.),
                                                                                                                 Notte all’italiana di von Horváth, è l’ultimo capitolo – l’ultimo
                               Cionondimeno, ritengo che Beckett sia assai presente nel                          per ora – di un progetto sull’ascesa del fascismo, ieri, oggi,
                               lavoro di Thomas. Quasi al livello di Brecht. Il primo lo                         in Europa: la serie si aprì con Professor Bernhardi di Arthur
                               incalza come un fantasma del passato, l’altro come uno                            Schnitzler, è proseguita con Ritorno a Reims, quindi con
                               spettro del futuro. Non credo di sbagliarmi se affermo che                        Notte all’italiana. Credo che la trilogia ben presto sarà una
                               l’approccio di Thomas si situa nella parentela incrociata di                      tetralogia, dal momento che Thomas sta preparando
                               questi due modi di impersonare la modernità. Il suo teatro è                      l’adattamento del romanzo di Horváth Gioventù senza Dio,
                               quasi sempre politico, come quasi sempre si fa portatore di                       per il prossimo Festival di Salisburgo (la prima si è tenuta lo
                               una riflessione, tragica e comica insieme, sulla condizione                       scorso 28 luglio 2019, n.d.t.). L’ho detto: il teatro di Thomas
                               umana. E la riflessione politica non è mai dominante                              è eminentemente politico. Promuove una forma di
                               rispetto alla cura dell’estetica, all’invenzione formale, alla                    “realismo impegnato” come afferma nel suo manifesto del
                               ricerca della bellezza dei quadri e delle immagini presentati                     1999. Mi sarebbe piaciuto soffermarmi di più su questo
                               agli spettatori. Arte e politica sono intimamente intrecciate.                    argomento, ma sarà per un’altra volta. Mi contento per ora
                                                                                                                 di dire che il suo realismo non si risolve nella mera
                               Parlare di Ostermeier significa parlare ovviamente di                             riproduzione del reale: intende trasformarlo (parafrasando
                               Shakespeare.                                                                      una frase di Marx alla quale credo Thomas faccia
                               Tutti sanno che Thomas è un profondo conoscitore di                               riferimento nel suo manifesto). Trasformazione che trae
                               Shakespeare e un grande regista shakespeariano: il suo                            origine dalla ferita, dal dolore, dalla sofferenza. Il teatro deve
                               Amleto, il suo Riccardo III sono pietre miliari e                                 provocare “lo stupore di fronte al riconoscibile”, scrive
                               appartengono alla memoria collettiva. Tali successi                               Thomas Ostermeier. Arte realista, quindi, che invita a
                               straordinari sono dovuti al fatto che non cerca mai di                            mostrare il reale come non lo si vede e in tal modo intende
                               “attualizzare”, nel senso banale del termine, i classici.                         contribuire a cambiarlo. È un’“arte oppositiva”, per
                               Rendere contemporaneo un classico per lui significa                               richiamare il termine adoperato da Geoffroy de Lagasnerie
                               restituirne la violenza originaria: si tratta di riattraversare gli               in Penser dans un monde mauvais, l’arte come energia
                               strati sedimentati dell’interpretazione che ha fissato l’opera                    oppositiva e trasformatrice.
                               nel suo status di “classico” per recuperarne la radicalità
                               primigenia, l’originalità, l’eterna novità. Restituisce                           La mia amicizia con Thomas non è soltanto la relazione tra
                               Shakespeare a Shakespeare e gli regala, piuttosto gli                             due persone. C’è un sacco di gente intorno a me, a lui, a
                               riattribuisce, una brillantezza nera, come in Riccardo III, o                     noi. In qualche maniera siamo il simbolo di un’amicizia
                               festosa, come ne La dodicesima notte. Così Shakespeare                            franco-tedesca, un’amicizia europea, un’amicizia
                               è nostro contemporaneo, per citare il titolo di un ben noto                       internazionale (e internazionalista) che rigetta il regime
                               saggio. Così gli affreschi shakespeariani sul potere o                            imposto dai governi che parlano di “amicizia franco-
                               sull’amore ci parlano di noi, di noi come siamo oggi.                             tedesca” solo per meglio imporre la propria egemonia
                               Ma ci sono svariati modi di essere contemporanei. Del resto                       economica, la propria legge politica e rovinano intere
                               la contemporaneità non è mai omogenea, non più di                                 nazioni, le mandano in malora, le riducono alla
                               quanto non lo sia la temporalità storica.                                         disperazione, come è accaduto con la Grecia (e nell’istante
                               Thomas porta in scena i classici, Ibsen (per il quale sembra                      in cui parlo non posso trattenermi dal rivolgere un pensiero

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