Page 16 - RITORNO A REIMS
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DIDIER ERIBON RITORNO A REIMS: UN BRANO DAL TESTO ORIGINALE
Aveva un bel nome. Io un nome banale. Questo all’inizio, a resistere alla cultura della scuola, al tipo di
simboleggiava in qualche modo lo scarto sociale tra lui e disciplina che esige. Ero turbolento, indisciplinato e
me. Abitava con la sua famiglia in una grande casa sarebbe bastato un niente per far sì che delle forze
situata in un quartiere ricco, vicino al centro della città. inarrestabili mi facessero deviare verso un rifiuto
Andare a casa sua m’impressionava e mi metteva in completo. Lui era l’opposto: la cultura era il suo mondo,
soggezione. Non volevo che capisse dove abitavo: in un da sempre. Scriveva racconti di genere fantastico.
nuovo agglomerato di palazzi popolari in periferia. Volevo seguirlo su questa via, e mi misi a scrivere
Restavo evasivo quando mi faceva domande al anch’io. Aveva scelto uno pseudonimo.
riguardo. Eppure un giorno, sicuramente mosso dalla Decisi di scegliermene uno anch’io. Quando glielo rivelai
curiosità di sapere dove e come vivessi, mi suonò alla mi prese in giro, perché il mio era inventato di sana
porta, senza avermi avvisato prima. Mi sentii mortificato, pianta (lambiccato e stravagante), mentre il suo era
nonostante la gentilezza che questo gesto esprimeva, e formato, mi disse in modo secco, dal suo secondo
che avrei dovuto considerare come il suo modo per nome e dal cognome da ragazza di sua madre.
farmi sapere che non c’era motivo di vergognarsi. Aveva Non potevo competere con lui. Ero incessantemente
fratelli e sorelle più grandi che studiavano a Parigi e, in rinviato alla mia inferiorità. Era crudele e offensivo senza
virtù dell’ambiente familiare in cui era immerso, nei suoi volerlo e senza saperlo.
discorsi sciorinava nomi di registi e scrittori: mi parlava
dei film di Godard, dei romanzi di Beckett… Rispetto a In seguito ho incontrato spesso situazioni analoghe:
lui mi sentivo molto ignorante. M’insegnava tutte queste quando l’ethos di classe è alla base di comportamenti e
cose e soprattutto la voglia di apprenderle. Ero di reazioni che non sono altro che l’attualizzazione di
affascinato e desideravo somigliargli. E mi misi a parlare strutture e di gerarchie sociali. L’amicizia non sfugge alle
anch’io di Godard, di cui non avevo visto nulla, e di leggi della gravità storica: due amici sono due storie
Beckett, di cui non avevo letto nulla. sociali che cercano di coesistere, e a volte nel corso di
una relazione, per quanto stretta possa essere, sono
Ovviamente era un buon allievo e non perdeva mai due classi che si urtano l’una contro l’altra, per un effetto
un’occasione per rivendicare una distanza da di inerzia degli habitus. Gli atteggiamenti, le frasi non
conoscitore, rispetto al mondo della scuola; io provavo a hanno bisogno di essere aggressivi nel senso forte del
recitare la stessa parte, ma senza avere le stesse carte. termine, né intenzionalmente offensivi, per esserlo
Imparai a barare. Mi attribuivo conoscenze che non ugualmente. Ad esempio, quando si cresce in ambienti
avevo. Che importanza poteva avere la verità? borghesi o semplicemente nella media borghesia,
Contavano solo le apparenze e l’immagine che mi spesso si presume di essere circondati da propri simili.
ostinavo a fabbricare e a dare di me stesso. Arrivai fino Proprio come gli eterosessuali, che parlano sempre degli
al punto di imitare la sua grafia, e ancora oggi le lettere omosessuali senza immaginare che le persone a cui si
che scrivo sono una delle vestigia di questa relazione di rivolgono potrebbero appartenere alla specie
un tempo. Una relazione che, d’altronde, durò molto stigmatizzata che stanno prendendo in giro o
poco. Lo persi di vista presto. Era la fine degli anni denigrando, allo stesso modo i membri della borghesia
sessanta e quell’epoca impresse nelle nostre giovani parlano alle persone che frequentano come se avessero
menti un’impronta profonda ma radicalmente diversa. attraversato da sempre le loro stesse esperienze
Lui lasciò il liceo, molto prima di passare l’esame di esistenziali e culturali. Non si rendono conto di aggredirvi
maturità, e partì on the road. Leggeva Kerouac, gli con queste supposizioni (anche se questo vi lusinga e
piaceva suonare la chitarra, si riconosceva nella cultura suscita in voi, visto che ci è voluto talmente tanto tempo
hippie… Io rimasi profondamente segnato dal Maggio per riuscirci, l’orgoglio di “passare” per quello che non
’68 e dalla rivolta politica: nel 1969 divenni – avevo siete: un figlio della borghesia). A volte succede anche
appena sedici anni – un militante trotzkista, attività che con gli amici più cari, quelli di vecchia data, i più fidati:
negli anni successivi occupò la maggior parte della mia quando mio padre morì, uno dei miei amici a cui dissi
esistenza. Lo restai all’incirca fino all’età di vent’anni, e che non avrei assistito al funerale ma che, tuttavia, sarei
questo mi portò a leggere con devozione Marx, Lenin e dovuto andare a Reims per vedere mia madre, mi fece
Trockij. Fu un’esperienza intellettuale decisiva, poiché mi questo commento: “Sì, a ogni modo è necessario che tu
orientò alla filosofia. L’influenza di quest’amicizia e l’aiuto sia presente per l’apertura del testamento dal notaio”.
che, senza rendersene conto, questo ragazzo mi diede Questa frase, pronunciata con l’aria di una tacita
furono determinanti: il mio habitus di classe mi portava, evidenza, mi ricordò fino a che punto le parallele non si
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