Page 15 - RITORNO A REIMS
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DIDIER ERIBON
 commosso ai miei amici greci) alimentando in questo
 modo, possiamo constatarlo giorno dopo giorno, l’ascesa  RITORNO A REIMS: UN BRANO
 dell’estrema destra. L’amicizia che lega Thomas e me è un  DAL TESTO ORIGINALE
 rapporto fatto di conversazioni e discussioni che
 riprendiamo sempre, di riflessioni condivise, è anche un  di Didier Eribon
 lavoro comune, con cui ci piacerebbe contribuire allo
 sviluppo – assieme ad altri che sono animati dallo stesso
 desiderio – di un’Europa della cultura, della letteratura,
 dell’arte, del pensiero, delle idee, delle emozioni e forse
 anche dei sentimenti. Un’Europa della critica e della
 solidarietà… Un’Europa aperta, inclusiva dell’altro, degli
 altri. Di coloro che Elfriede Jelinek, per citare un’autrice
 germanofona, ha chiamato I rifugiati coatti (nell’originale  Al liceo, all’età di tredici o quattordici anni strinsi una
 Didier Eribon è un filosofo e  tedesco, Die Schutzbefohlenen, come nella versione  forte amicizia con un ragazzo della mia classe, figlio di
 sociologo francese. È autore  francese, Les suppliants, il titolo del testo richiama la
 di numerosi testi, tra cui una  tragedia Le supplici di Eschilo, n.d.t.), di coloro che Patrick  un professore della neonata università di Reims. Non
 celebre biografia di Michel  Chamoiseau, per citare un autore francofono, ha definito i  sarebbe un’esagerazione dire che ero innamorato di lui.
 Foucault (Flammarion 1989)    Lo amavo come si ama a questa età. Ma poiché
 che è stata tradotta in una  nostri Fratelli migranti.  eravamo due ragazzi, mi era ovviamente impossibile
 ventina di lingue, oltre a    esprimergli i sentimenti che provavo nei suoi confronti (è
 Réflexions sur la question gay  Come rendere omaggio a Thomas ignorando la realtà del  una delle difficoltà più traumatiche dell’attrazione
 (Fayard, 1999, trad. ital:  mondo? Quella che egli ci obbliga a vedere, che ci incita a  omosessuale durante l’adolescenza – o in altri momenti
 Riflessioni sulla questione  cambiare. Queste realtà sono tipiche dell’Europa odierna.  della vita, d’altronde: non si può esprimere ciò che si
 gay, Ariele, 2015), e a   L’Europa che non vogliamo è quella cui la nostra Europa,  prova per qualcuno dello stesso sesso, e questo spiega
 Une morale du minoritaire.  quella che amiamo, la cultura europea alla cui costruzione  la necessità di luoghi d’incontro dove è chiaro che le
 Variations sur un thème de  lavoriamo, deve opporsi. È un imperativo culturale, è un  leggi dell’evidenza sono state ribaltate, non appena se
 Jean Genet (Fayard, 2001).  imperativo morale. Poi, per tornare a Brecht e a Beckett,  ne conosce l’esistenza e si ha l’età per frequentarli). Ho
 Pubblicato nel 2009, Retour à  non dimentichiamo che Brecht ha scritto Dialoghi di  scritto “impossibile esprimergli” questi sentimenti.
 Reims (trad. ital.: Ritorno a  profughi, quando era esule in Finlandia, nel 1940; possiamo  Certamente. Ma, prima di tutto, formularli in questi
 Reims, Bompiani, 2017) ha  immaginare che Beckett, grande esponente della  termini a me stesso.
 suscitato una notevole eco su  Resistenza nella Francia occupata, avesse in mente quel
 scala mondiale ed è stato  momento politico della sua biografia, e forse avesse in
 descritto in numerosi Paesi  mente l’orrore dei campi, quando scrisse Godot, e  Ero ancora troppo giovane, e tutta la cultura era – lo è
 come uno dei libri più influenti  l’esperienza della disperazione e dell’angoscia, che  ancora ampiamente – organizzata in modo tale che a
 degli ultimi dieci anni.      questa età non si disponesse di riferimenti, d’immagini,
 È stato seguito da La société  attraverso quel testo riesce a far comprendere e provare.  di discorsi per comprendere e dare un nome a questo
 comme verdict. Classes,  La scrittura, il teatro portano il peso del mondo.  attaccamento affettivo così intenso, se non attraverso le
 identités, trajectoires (Fayard,  categorie dell’“amicizia”. Un giorno in cui il professore di
 2013), Principes d’une  Facciamo in ogni caso nostra la bella idea, il bell’ideale che  musica chiese agli allievi di riconoscere un pezzo che
 pensée critique (Fayard,  Thomas Ostermeier sembra portare con sé ovunque,  stava per mettere, rimasi stupefatto nel vedere questo
 2016) et Écrits sur la  qualunque sia il Paese dove si vedono i suoi spettacoli, e  ragazzo alzare la mano dopo qualche istante e
 psychanalyse (Fayard, 2019).  che è leggibile nel bel sorriso che mai lo abbandona, voglio  annunciare trionfalmente: “Una notte sul Monte Calvo di
 dire la fede indissolubile nella potenza dell’atto artistico,  Musorgskij!” e io, che consideravo semplicemente
 nella grandezza del teatro.   ridicola questa lezione, insopportabile questo tipo di
 Sono fiero di essere suo amico ed è con immenso piacere  musica, che non mi facevo mai mancare un’occasione
 che condivido con lui e con tutti voi questo istante di gioia e  per ridacchiare, ma che più di ogni altra cosa volevo
 felicità che ci unisce qui.   piacergli, fui disarcionato da questa scoperta:
                               conosceva e apprezzava qualcosa che ai miei occhi
 Parigi, 5 dicembre 2018       poteva essere solo oggetto di ilarità e rifiuto; una cosa
                               che a casa chiamavamo la “gran musica” quando
 (estratto dell’Elogio di Thomas Ostermeier pronunciato da Didier Eribon  capitavamo su una radio che la trasmetteva, e che ci
 in occasione dell’assegnazione del Premio Kythera per la cultura)  precipitavamo a spegnere dicendo: “Non siamo a
                               messa.”

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