Page 12 - RAGAZZO ULTIMO BANCO - PICCOLO 2018-2019
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JUAN MAYORGA
professore di Lingua e Letteratura di nome Germán.
Pensai a un uomo che aveva scelto quel mestiere
perché voleva condividere con altre persone il suo
amore per i capolavori letterari, un personaggio che oggi
si relaziona meglio con quelli, cioè con i grandi libri, che
con quelle, ovvero le persone.
Eppure tutto cambia, per lui, il giorno in cui,
correggendo una mazzetta di temi intitolati “Il mio ultimo
fine settimana”, ne trova uno, inquietante, che si
conclude con un altrettanto inquietante continua; cosí
scopre Claudio, un ragazzo in cui riconosce la sua
stessa ferita, la piaga dell’appassionato bibliofilo. E tra
Germán – un uomo senza figli – e Claudio – un ragazzo
senza padre –, entrambi persuasi che la vita, senza
favole, non valga nulla, si stabilisce un patto: il ragazzo
consegnerà all’adulto nuovi racconti, come se si
trattasse di un romanzo a puntate, mentre il maestro e
complice proverà a trasmettergli i segreti della letteratura
e, con quelli, forse, anche qualcosa in più – la bellezza
del dolore umano? –. Insieme a loro, in mezzo a loro,
immaginai un’altra persona legata al racconto che
Claudio sta abbozzando: la moglie di Germán, Juana,
che lavora in una galleria destinata a essere chiusa dalle
proprietarie, a meno che non smetta di ospitare “arte
per degenerati”. A poco a poco, come se emergessero
da una fitta nebbia, mi sono apparsi gli oggetti
dell’osservazione di Claudio, da lui trasformati, a loro
insaputa, in personaggi: il compagno di classe Rafa e i
suoi genitori, Rafa padre ed Ester – una famiglia
normale, sempre che ne esistano.
La prima rappresentazione de Il ragazzo dell’ultimo
banco si è tenuta nel 2006. Sono seguite altre 25 messe
in scena di compagnie professioniste in diversi luoghi
d’Europa, America e Asia, oltre a un buon numero di
allestimenti in scuole e istituti, esperienza interessante
come può esserlo la sfida di un gruppo di adolescenti
chiamati a impersonare i ruoli di due ragazzi e quattro
adulti, tra cui un professore, un padre e una madre –.
Convinto come sono del fatto che un testo conosca
cose ignote al suo autore, mi interessa più quello che gli
altri hanno visto nella pièce che non quanto io stesso
abbia inteso metterci: non è detto che perché un autore
ha scritto una commedia sia anche capace di
comprenderla; io le scrivo, le pubblico e le metto in
scena precisamente perché gli altri mi aiutino a capirle –.
Alcuni leggono Il ragazzo dell’ultimo banco come
un’opera centrata su due poli fondamentali di incontro e
scontro: la famiglia e la scuola. La vedono come un
testo sugli alunni e i maestri, i figli e i padri: su chi sta
imparando a guardare e chi invece ha gli occhi stanchi.
In questi interstizi e tra questi personaggi compaiono, mi
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