Page 49 - ARLECCHINO SERVITORE DI DUE PADRONI - PICCOLO TEATRO MILANO - STAGIONE 2016/2017
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LA MUSICA DI ARLECCHINO
di Davide Verga*
Giorgio Strehler, riferendosi alla musica composta per gli
spettacoli del Piccolo Teatro da Fiorenzo Carpi, non
esitava a dichiarare: «Essa è il filo sottile che unisce
tutta la mia storia di teatro. Il “mio teatro” è tenuto
insieme dalle sue note».
E l’Arlecchino servitore di due padroni, in questo,
davvero non fa eccezione. In una critica del 1979 si
chiosava: «Le musiche freschissime di Fiorenzo Carpi
hanno grande parte nel successo che si ripete ogni
sera»; recensendo l’Edizione del 1997, Oliviero Ponte di
Pino descriveva «un allestimento che nella sua
stilizzazione è ormai più danzato e cantato che recitato
e quasi strizza l’occhio al melodramma con romanze e
duetti, arie e cori».
Già sul copione predisposto da Strehler per la ripresa
del 1973, d’altra parte, era comparsa
significativamente, subito dopo il titolo, la dicitura
«Commedia con musiche in tre atti».
Nel corso delle dieci diverse edizioni dell’Arlecchino
realizzate da Strehler tra il 1947 e il 1997, l’apporto
musicale di Fiorenzo Carpi allo spettacolo sarebbe in
effetti divenuto via via più consistente, emancipandosi
dal possibile fraintendimento di una funzione di pura
cornice. A partire soprattutto dalla cosiddetta “Edizione
di Edimburgo” del 1956, brani strumentali, canzoni,
parodie del melodramma avrebbero arricchito
l’Arlecchino di squarci di umanità popolare, di riflessioni
sull’esistenza dei più deboli, di rimandi alle modalità
rappresentative dei Comici dell’Arte, distillando brio e
malinconia. E, così, la “tinta” musicale generale, fondata
sulla levità, sul rifiuto dell’enfasi e su quell’invito a essere
«graziosi e umani» che Strehler fu udito rivolgere agli
attori dell’Arlecchino durante una prova, si sarebbe
Fiorenzo Carpi e Giorgio Strehler.
Foto Archivio Fotografico Piccolo rimiscelata edizione dopo edizione, screziandosi in
Teatro di Milano – Teatro d’Europa sfumature sonore sempre nuove.
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