Page 19 - ARLECCHINO SERVITORE DI DUE PADRONI - PICCOLO TEATRO MILANO - STAGIONE 2016/2017
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DALLA COMMEDIA DELL’ARTE ALLA REGIA DI STREHLER
1 - MARIO APOLLONIO, Storia del teatro Le azioni e i dialoghi che si svolgono all’esterno della
italiano, I, Firenze, Sansoni, 1981,
pp. 549-550. pedana e dell’azione propria della commedia vengono a
2 - Sulle origini del nome di Arlecchino costituire un copione a parte, non meno strutturato e
e le sue ascendenze infernali si veda DELIA
GAMBELLI, Il nudo nome di Arlecchino: definito in ogni dettaglio rispetto al copione di scena.
tentazioni etimologiche e fatali equivoci, in All’illusionismo del contenitore scenografico, destinato
EAD., Arlecchino a Parigi. Dall’inferno alla
corte del re Sole, Roma. Bulzoni, 1993, peraltro a dissolversi nel corso delle edizioni successive
pp. 83-125. dello spettacolo, si contrappone la foga e il ritmo della
3 - All’inizio del Settecento il Raparini
presenta in una filastrocca i nomi di recitazione, ancora più accelerati: la verbalità delle battute
maschere sinonimi di Arlecchino: «Viva Ei si fa così fluida ed evanescente da rendere quasi
pur con quanti nomi/ Per la terra Egli si
nomi,/ ARLICHINO, TRUFALDINO,/ Sia incomprensibile il testo, che appare trasfigurato entro il
PASQUINO, TABARRINO,/ TORTELLINO, puro gioco della finzione teatrale dominata dal secondo
NACCHERINO,/ GRADELLINO,
MEZZETTINO,/ POLPETTINO, zanni. In tal modo il regista contribuisce alla ricostruzione
NESPOLINO,/ BERTOLINO, FAGIUOLINO,/ filologica di un momento della storia teatrale rimasto una
TRAPPOLINO, ZACCAGNINO,/
TRIVELLINO, TRACAGNINO,/ PASSERINO, pietra miliare per l’evoluzione dell’arte attoriale in
BAGATINO,/ BAGOLINO, TEMELLINO,/ Occidente, di cui la maschera di Arlecchino, con la sua
FAGOTTINO, PEDROLINO,/ FRITELLINO,
TABACCHINO» (G.M. RAPARINI, L’Arlichino espressione attraverso il testo di Goldoni, divenuto
poema dedicato ai SS. Accademici paradossalmente famoso nel mondo con il titolo
sfaccendati, sl., se., 1718, p.185).
4 - “Gli Arlecchini in oggi comunemente dell’antico canovaccio, costruisce una delle espressioni
usano il linguaggio veneziano” osserva più felici e significative.
Goldoni nel Bugiardo (I, 2). In CARLO
GOLDONI, Tutte le opere, a cura di Nel programma di sala dello spettacolo nella sua edizione
Giuseppe Ortolani, Milano, Mondadori, del Cinquantesimo, l’anno stesso in cui scomparirà,
1953-56, vol. III, p.92.
5 - Ritengo utile rimandare qui al mio saggio Strehler rivede il suo spettacolo forse più caro e lo
L’Arlecchino di Goldoni da Mandajors straordinario suo infaticabile interprete, Ferruccio Soleri, e
a Strehler pubblicato in C. GOLDONI,
Il servitore di due padroni, a cura di G. da loro si congeda così:
Davico Bonino, Torino, Einaudi, 2002,
pp.113-148.
6 - Sulla locandina del Piccolo Teatro Ancora l’Arlecchino. Ancora e sempre. Sempre uguale
apparsa nel maggio 1947 era annunciato, in e sempre diverso.
verità, Il servitore di due padroni, e solo in
seguito, nei due mesi successivi al debutto, È questo il carattere straordinario di un lavoro di teatro
Strehler decise di aggiungere Arlecchino al che dura nel tempo offrendosi a pubblici e a
titolo adottato per le stampe da Goldoni.
7 - Tale riduzione è sostanzialmente il testo- generazioni che passano e che mantiene intatta la sua
spettacolo, ossia il testo effettivamente carica di vitalità, di comunicazione, di emozione
recitato dagli attori, accompagnato dalle
disposizioni sceniche dettagliate e dalle attraverso gli anni e le lingue.
indicazioni per gli attori. Il mio Arlecchino è lui, personaggio ormai affrancato,
8 - È il caso del celebre “lazzo della mosca” libero dalla schiavitù del tempo che passa. È lui perché,
inventato per variare l’entrata in scena di
Arlecchino in I, 14, come racconta lo stesso come il teatro, come i comici, sa rinascere sempre
Strehler in ID., Io, Strehler. Conversazioni con nuovo, sempre unico.
Ugo Ronfani, Milano, Rusconi, 1986, p.54.
Non a caso, dunque, il nome di Goldoni
appare in locandina con la qualifica di
“autore dei dialoghi”, il testo della
commedia, ampiamente sfrondato, essendo
sfruttato come elemento di ricreazione di
una dinamica scenica basata soprattutto sul
ritmo della recitazione.
9 - Marcello Moretti. In margine al diario
di Giorgio Strehler, in «Quaderni del Piccolo
Teatro», n. 4, p. 57, Milano 1962.
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