Page 21 - ARLECCHINO SERVITORE DI DUE PADRONI - PICCOLO TEATRO MILANO - STAGIONE 2016/2017
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ARLECCHINO, UNO SPETTACOLO
                               LUNGO UNA VITA
                               di Maria Grazia Gregori
















                               Ho appena visto le immagini video del tuo ultimo
                               Arlecchino, Ferruccio. All’inizio l’ho fatto con un grande
                               punto di domanda. Mi dicevo: ma quanti sono gli
                               Arlecchini ai quali ho assistito, magari un po’ diversi
                               l’uno dall’altro, e questo che riprende quello del 2003 e
                               da allora è sempre identico salvo, forse, qualche
                               cambiamento nella distribuzione, che cosa ancora potrà
                               dirmi? Ecco che lo spettacolo era lì davanti a me, con
                               tutta la compagnia schierata sulla pedana posta al
                               centro del palcoscenico, il braccio alzato nel saluto. Poi
                               è arrivato Arlecchino – eri tu – un Batocio di 87 anni,
                               che non insegue una gioventù che non c’è più, un po’
                               più lento di come lo ricordavo, un po’ più circospetto
                               nei movimenti. Mi ha commosso però il pensiero di
                               quello che stava dietro quell’immagine: la fatica,
                               l’amore, la testardaggine, il coraggio – perché di questo
                               si tratta – di “esserci” comunque.
                               E tu c’eri, magari con uno spazio maggiore dato agli
                               altri personaggi, con la tua fatica molto umana, qualche
                               piccola incertezza, qualche lieve ritardo nella
                               celebratissima scena del pranzo che per me era
                               qualcosa di nuovo. Il tuo Arlecchino, che nel mio ricordo
                               è sempre entusiasta e acrobatico, era ancorato al
                               palcoscenico come se ci avesse messo radici, eppure,
                               caro Ferruccio, era una vera e propria sfida alle leggi
                               della gravità e dell’anagrafe. Del resto chiunque, dopo
                               averlo visto prima, rivedrà il tuo Arlecchino penserà che
                               non è più quello della sua prima (e magari seconda,
                               terza…) volta; ma anche lui, da spettatore sarà
       Ferruccio Soleri nell’edizione di  cambiato; e quelli che (mi auguro molti) lo vedranno un
       Arlecchino del 1977-78 detta  po’ ovunque nel mondo per la prima volta c’è da
       “dell’Odéon”. Foto Luigi Ciminaghi.

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