Page 22 - L'OPERA DA TRE SOLDI - PICCOLO TEATRO MILANO - STAGIONE 2015/2016
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ELEONORA VASTA
spettacolo mitico non solo per la qualità artistica, ma
soprattutto perché scoprì un autore e un testo, ebbe
l’intuizione di portarlo in Italia e di proporre al suo pubblico
qualcosa di totalmente nuovo, e per di più invitò l’autore
alla prima, trasformando quella serata in un evento unico.
Questa è l’eccezionalità di Str ehler, ciò che dà la misura del
suo respiro internazionale, della sua capacità di comprendere
il mondo, di trasportare un testo nel contesto italiano,
conferendogli allo stesso tempo un respiro universale.
All’inizio del mio lavoro sull’ Opera ho ascoltato l’audio di
una replica dello spettacolo di Strehler del 1973. Mi è
servito a capire i tagli che aveva fatto al copione, a
comprendere l’interpretazione delle canzoni, ma soprattutto
a percepire le reazioni degli spettatori: la relazione che
legava quanto si vedeva in scena al vissuto del pubblico
del dopoguerra italiano era straordinaria. La battuta di
Mackie Messer, cos’è più grave fondare una banca o
svaligiare una banca? , scatenava l’applauso e i commenti
della sala. C’era un forte legame ideologico, una profonda
condivisione del testo tra pubblico, autore e regista.
Oggi le banche non godono di migliore reputazione…
È un materiale sfacciato, irriverente, aggressivo, che
ancora oggi parla di questioni sociali, politiche, economiche
che attraversano il nostro mondo contemporaneo: se
partiamo dall’assunto che esista un grande sistema
mondiale di cui ignoriamo regole e dinamiche, ma che
viceversa determina decisioni e scelte che influiscono sulle
vite di tutti, stiamo ragionando in termini brechtiani.
Il testo di Brecht porta in scena un esercito di
diseredati. Chi sono i poveri di oggi?
Nel nostro presente globalizzato, certi conflitti sociali,
certe ingiustizie, certe tensioni, che prima potevano
essere etichettate come lotta di classe interna ai singoli
Stati, oggi vanno ad opporre strati sociali che si collocano
ai poli opposti del pianeta: il sottoproletariato di oggi sta
nei paesi del terzo mondo, là dove si producono a costi
irrisori i beni che compriamo noi, che viviamo nel benessere.
Da lì si generano un conflitto e una tensione che in queste
settimane bussano alle nostre porte. Per voi che siete sazi
e ben pasciuti / Godendo in pace delle pene altrui / Dei
miserabili la voce griderà: / Se un uomo ha fame si ribellerà!
dice Brecht nel Finale Secondo dell’ Opera . La contemporaneità
nasce dal riscontro che, purtroppo, nulla è cambiato nella
sostanza, ma solo nella forma e nelle modalità.
L’altro tema di un’attualità inquietante è la corruzione.
Nell’arco di tutta l’ Opera da tre soldi non si fa che parlare
di legge, tribunali, giudici… Da lì mi è venuta l’idea della
cifra stilistica dello spettacolo, che ho immaginato
svolgersi in un tribunale nel quale Mackie Messer viene
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spettacolo mitico non solo per la qualità artistica, ma
soprattutto perché scoprì un autore e un testo, ebbe
l’intuizione di portarlo in Italia e di proporre al suo pubblico
qualcosa di totalmente nuovo, e per di più invitò l’autore
alla prima, trasformando quella serata in un evento unico.
Questa è l’eccezionalità di Str ehler, ciò che dà la misura del
suo respiro internazionale, della sua capacità di comprendere
il mondo, di trasportare un testo nel contesto italiano,
conferendogli allo stesso tempo un respiro universale.
All’inizio del mio lavoro sull’ Opera ho ascoltato l’audio di
una replica dello spettacolo di Strehler del 1973. Mi è
servito a capire i tagli che aveva fatto al copione, a
comprendere l’interpretazione delle canzoni, ma soprattutto
a percepire le reazioni degli spettatori: la relazione che
legava quanto si vedeva in scena al vissuto del pubblico
del dopoguerra italiano era straordinaria. La battuta di
Mackie Messer, cos’è più grave fondare una banca o
svaligiare una banca? , scatenava l’applauso e i commenti
della sala. C’era un forte legame ideologico, una profonda
condivisione del testo tra pubblico, autore e regista.
Oggi le banche non godono di migliore reputazione…
È un materiale sfacciato, irriverente, aggressivo, che
ancora oggi parla di questioni sociali, politiche, economiche
che attraversano il nostro mondo contemporaneo: se
partiamo dall’assunto che esista un grande sistema
mondiale di cui ignoriamo regole e dinamiche, ma che
viceversa determina decisioni e scelte che influiscono sulle
vite di tutti, stiamo ragionando in termini brechtiani.
Il testo di Brecht porta in scena un esercito di
diseredati. Chi sono i poveri di oggi?
Nel nostro presente globalizzato, certi conflitti sociali,
certe ingiustizie, certe tensioni, che prima potevano
essere etichettate come lotta di classe interna ai singoli
Stati, oggi vanno ad opporre strati sociali che si collocano
ai poli opposti del pianeta: il sottoproletariato di oggi sta
nei paesi del terzo mondo, là dove si producono a costi
irrisori i beni che compriamo noi, che viviamo nel benessere.
Da lì si generano un conflitto e una tensione che in queste
settimane bussano alle nostre porte. Per voi che siete sazi
e ben pasciuti / Godendo in pace delle pene altrui / Dei
miserabili la voce griderà: / Se un uomo ha fame si ribellerà!
dice Brecht nel Finale Secondo dell’ Opera . La contemporaneità
nasce dal riscontro che, purtroppo, nulla è cambiato nella
sostanza, ma solo nella forma e nelle modalità.
L’altro tema di un’attualità inquietante è la corruzione.
Nell’arco di tutta l’ Opera da tre soldi non si fa che parlare
di legge, tribunali, giudici… Da lì mi è venuta l’idea della
cifra stilistica dello spettacolo, che ho immaginato
svolgersi in un tribunale nel quale Mackie Messer viene
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