Page 16 - IL TEATRO COMICO - PICCOLO TEATRO MILANO
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                                     IL TEATRO COMICO DI GOLDONI:
                                     LA RIFORMA IN SCENA
                                     di Mariagabriella Cambiaghi*









                                     Il teatro comico è una commedia sulla quale pende una
                                     strana sorte. Da un lato, è una delle opere goldoniane più
                                     citate, date le sue circostanze di composizione come
                                     prima delle “sedici commedie nuove” e il suo essere
                                     manifesto della riforma; d’altro lato, invece, per quegli
                                     stessi motivi, è una delle commedie in assoluto meno
                                     rappresentate di tutto il teatro del veneziano.
                                     Come è noto, alla fine del Carnevale 1749-50, Goldoni,
                                     “poeta” stipendiato dal capocomico Girolamo Medebach,
                                     interviene a soccorrere la compagnia in difficoltà per
                                     l’improvvisa defezione di Cesare D’Arbes, artista di
                                     richiamo e famoso Pantalone, promettendo al pubblico
                                     che avrebbe garantito per la stagione successiva un
                                     numero di novità doppio rispetto al consueto.
                                     Delicato è soprattutto l’argomento della pièce d’esordio,
                                     che rischia di compromettere la fiducia del pubblico o di
                                     falsare le aspettative. Di qui la scelta coraggiosa del
                                     drammaturgo di una commedia metateatrale, senza una
                                     vera trama, se non la presentazione dello stato della
                                     compagnia Medebach al momento del debutto.
                                     Goldoni inventa un testo strutturato sulla formula del teatro
                                     nel teatro, presentando sulla scena una compagnia che
                                     prova una commedia, per mettere in luce contenuti e
                                     procedimenti della nuova drammaturgia, e, al contempo,
                                     collocando l’azione su un palcoscenico di giorno «senza
                                     lumi e senza spettatori», lascia emergere squarci di vita
                                     personale degli attori, fatiche e malumori della formazione.
                                     Utilizzando i termini cari alla poetica goldoniana, si
                                     potrebbe dire che il livello della compagnia rappresenta
                                     direttamente il “Mondo”, mentre la pièce messa in prova
                                     rimanda al “Teatro”, in modo tale che i due elementi si
                                     fondano nel progetto globale e metateatrale del testo.
                                     In questa prospettiva, il personaggio chiave risulta il
                                     capocomico Girolamo Medebach, presente con il suo
                                     nome nell’edizione originale della commedia, e poi
                                     divenuto Orazio a partire dal 1761, cui è riservato il
                                     maggior numero di battute. Egli è rappresentato come un
                                     oculato amministratore, attento al buon andamento della
                                     sua impresa sotto il profilo economico, ma anche accorto

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