Page 18 - IL TEATRO COMICO - PICCOLO TEATRO MILANO
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            MARIAGABRIELLA CAMBIAGHI
                                     prima volta sulla ribalta del Sant’Angelo ed era perciò
                                     desideroso di giudicarlo, giustificando i timori dell’interprete
                                     sull’impiego della tecnica premeditata, sicuramente più
                                     prestigiosa, ma incerta e non garantita negli esiti sul
                                     pubblico. Il lavoro con le maschere è certamente il capitolo
                                     più delicato della riforma, sia dal punto di vista interno alla
                                     compagnia, perché tali attori tolleravano mal volentieri
                                     l’abolizione dei giochi di parole e dei lazzi, che avevano
                                     caratterizzato i loro “generici” e li avevano fatti amare dal
                                     pubblico, sia da un punto di vista esterno, giacché in una
                                     prospettiva di marketing, l’abolizione drastica delle
                                     maschere rischiava di pregiudicare la vendibilità dello
                                     spettacolo. La consueta prudente intelligenza che
                                     contraddistingue Goldoni suggerisce gli interventi
                                     rassicuranti di Orazio sulla gradualità del cambiamento,
                                     in modo da non spiazzare comici e pubblico; tale aspetto
                                     rende il personaggio del capocomico al contempo
                                     esponente del pensiero di Medebach e di quello di
                                     Goldoni, che è l’unico fra i protagonisti reali attivamente
                                     impegnato con i comici a non essere presente in
                                     palcoscenico nelle vesti di se stesso. Goldoni è soltanto
                                     evocato dai suoi attori e di lui si parla come lavoratore
                                     instancabile e attento osservatore della realtà del teatro:
                                     non a caso tali battute sono poste in bocca soprattutto a
                                     Orazio, (in I, 2 e in III, scena ultima) che diviene portavoce
                                     del patto Medebach-Goldoni, cioè del programma di
                                     riforma elaborato da Goldoni, ma approvato e sostenuto
                                     nei fatti dal capocomico. La prima tipologia di queste
                                     riflessioni è relativa all’insistenza sulla cultura e sulla
                                     preparazione dell’attore, presupposto ritenuto, anche dai
                                     pensatori stranieri, fondamentale per il rinnovamento
                                     dell’arte comica. Lo studio e la preparazione rigorosa allo
                                     spettacolo, da svolgersi grazie alle prove, sono giudicati
                                     elementi indispensabili al lavoro del comico, cosicché il
                                     capocomico raccomanda ai suoi attori: «studiate,
                                     osservate gli altri, imparate bene le parti» (I; 3), benché, da
                                     vero uomo di teatro, ritenga che nel mestiere dell’attore
                                     l’esercizio e la pratica siano altrettanto importanti.
                                     A metà del secondo atto Goldoni propone una
                                     rappresentazione interna, costituita dalla prova del terzo
                                     atto della commediola Il padre rivale del figlio, un testo dalla
                                     struttura semplificata e dalla durata ridotta, scelta obbligata
                                     dalla mancanza dell’organico completo della formazione,
                                     nella quale risultano vacanti due parti serie necessarie alle
                                     commedie di carattere. Sotto un profilo strutturale, la
                                     piccola pièce presenta una tipica situazione da canovaccio
                                     dell’Arte, ruotando intorno al fidanzamento della figlia del
                                     dottore, Rosaura, divisa tra l’amore (ricambiato) di un
                                     giovane spasimante, qui Florindo, e la richiesta ufficiale
                                     inoltrata da un anziano pretendente, rappresentato dal
                                     vecchio ed economicamente stabile Pantalone. La variante


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