Page 9 - IN CERCA D'AUTORE - STUDIO SUI SEI PERSONAGGI DI LUIGI PIRANDELLO - PICCOLO TEATRO MILANO - STAGIONE 2016/2017
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studi, che solo a poco a poco (e non sempre) diventano veri
e propri spettacoli. Tra il 2010 e il 2011 tocca a Sei
personaggi in cerca d’autore, nel 2013 è la volta de
L’innesto, entrambi scandagliati nel laboratorio del Centro
Teatrale Santacristina che Ronconi dirigeva insieme a
Roberta Carlotto. I Sei personaggi si trasformano in
spettacolo solo nel 2012, in collaborazione con l’Accademia
Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico” e il Piccolo
Teatro di Milano. Significativamente Ronconi riparte dal
cuore pulsante della drammaturgia pirandelliana, ancora
dalla trilogia del teatro nel teatro (che non per nulla già lo
aveva interessato al tempo della sua direzione del Teatro
Stabile di Torino: saggio con gli allievi della scuola, proprio
sulla trilogia). L’approccio, però, questa volta è diverso,
più duro. In Questa sera si recita a soggetto il Maestro
accettava il testo nella sua interezza, e non si sottraeva
agli incanti (e ai barocchismi) del metateatro. Qui, invece,
con gesto brusco, viene molto sfoltito il côté metateatrale
(la fenomenologia del mestiere attoriale; il gioco degli attori
che ripetono la scena tra Padre e Figliastra; il dibattito ultimo
Finzione/Realtà, dopo l’uscita finale dei Personaggi).
Cosa rimane – al termine di questo procedimento
di revisione e snellimento testuale – del capolavoro
pirandelliano? Rimane lo scheletro del tessuto ideologico-
estetico dei Personaggi, in polemica con il Capocomico
e la gente di teatro. Ma rimane soprattutto il nucleo tabù
della vicenda, l’incesto che Pirandello ha rifiutato, salvo
presentarlo come vicenda rifiutata, rinnegando i Personaggi
che vanno a cercare nel Capocomico una figura vicariale
dell’Autore che li ha respinti. Per definire il modo di porsi
e di atteggiarsi dei Personaggi, la critica dei giornali
quotidiani ha parlato di “rettili”, “ragni”, “insetti”.
In effetti c’è uno zoccolo duro nella scrittura pirandelliana,
uno strato veramente verminoso, e dunque è normale che
i protagonisti – il Padre, la Figliastra – striscino spesso per
terra come vermi. È una scelta che discende da una lettura
sottile dell’opera. Pulsioni ineffabili premono nel chiuso
recinto dei Sei personaggi. Il tormentone del Padre («non
ancora tanto vecchio da poter fare a meno della donna, e
non più tanto giovane da poter facilmente e senza vergogna
andarne in cerca») è solo la punta dell’iceberg. Una spinta
istintuale che apre uno squarcio sull’ “inconfessabile”, come
lo chiama il Padre, che così continua: «Si cede, si cede alla
tentazione; per rialzarcene subito dopo».
Ecco, direi che Ronconi coglie felicemente in questo
interstizio minimale della battuta l’indicazione dell’alto
e del basso, il suggerimento per il diverso posizionarsi degli
interpreti. Pirandello è un laico profondamente condizionato
dalla tradizione cattolica. E dunque il peso della carne,
il trascinamento verso il basso, la caduta, sono tutte
metafore che si traducono in immagini sceniche illuminanti e
fulminanti, le quali valgono tanto per il Padre quanto per la
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