Page 37 - ARLECCHINO SERVITORE DI DUE PADRONI - PICCOLO TEATRO MILANO - STAGIONE 2016/2017
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GOLDONI E IL TEATRO
stesse parole. E così l’improvvisazione aveva un limite,
anche se ogni sera cambiava qualcosa. Una Commedia
dell’arte irrigidita, informe, con parole codificate ormai da
un secolo e mezzo circa; una commedia in parte
improvvisata e, per il resto, catalogo di convenzioni e di
realtà testuali codificate. Il teatro della riforma, con la sua
verità sostanziale che lo rende europeo e mondiale,
risolve un problema effettivo. Questo è il segreto,
il mistero e il grande senso della riforma: è la creazione
del primo grande teatro nazional-popolare italiano. È così
che se qualcuno va a recitare le Baruffe a Copenaghen,
e se le recita bene, le Baruffe scritte in un sotto-dialetto
italico-veneziano, proprio perché affondano nelle radici
nostre, di noi italiani, attori italiani, di gente italiana,
immediatamente diventano una specie di punto di
riferimento di un altro mondo. Ed è questo il grande
concetto gramsciano della realtà popolare nazionale che
diventa di per se stessa, appunto perché nazionale e
popolare, universale. Questo per me è un altro grande
merito di Goldoni. Goldoni mi ha insegnato che la vita è
sorprendente, e che non bisogna mai aspettarsi le cose
immutabili, perché nella vita tutto cambia: mai nessuno è
cattivo fino in fondo, mai nessuno è buono fino in fondo.
Occorre sempre vivere con estrema attenzione, con
estrema comprensione degli altri, perché siamo tutti in
movimento, un moto molte volte impercettibile, che ci fa
modificare e ci modifica. Goldoni mi ha dato questa
sensazione. Mi ha insegnato anche il coraggio, il coraggio
della missione e della vocazione, che non deve essere un
programma scritto, ma un programma interiore: fai
questo perché non puoi fare altro. Questa è una cosa
molto importante, sapere che siamo tutti importanti,
anche se non riusciamo a esserlo abbastanza, anche se
non abbiamo la grande luce dei riflettori sopra di noi;
sapere che una società decente non è fatta da sette
grandi uomini e da sette grandi donne, ma da milioni di
uomini e donne per bene, intelligenti abbastanza, colti
abbastanza, umani abbastanza. Da questi nascerà
qualcuno che andrà avanti più di altri. Nessuno nasce nel
vuoto, così, in un paese senza cultura, dove non ci sia
amore, dove non ci sia entusiasmo, dove non ci sia nulla.
Non aspettiamoci mai il genio che risolve. A me Goldoni
ha insegnato soprattutto questo e quindi mi ha riscaldato
* Testo letto da Giorgio Strehler in il cuore, con la certezza che vi può essere altro, ma non
occasione del conferimento della vi può essere teatro, non vi può essere rappresentazione,
Laurea Honoris Causa
dell’Università Autonoma di non vi può essere niente senza che il valore dell’umano
Barcellona, 26 giugno 1995, non regga e non illumini continuamente il nostro
inedito dattiloscritto, Archivio del
Piccolo Teatro. cammino. Senza quella luce non c’è niente.
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