Page 15 - PICCOLO TEATRO MILANO - FREUD
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FREUD, L’ANALISTA CHE ANDAVA IN CERCA DI SE STESSO




















                               la condizione imprescindibile per instaurare davvero un
                               rapporto con lo spettatore, coinvolgendolo in un
                               ingranaggio che lo reclami come parte attiva. Creo dei
                               testi articolati, strutture elaborate e dense di architetture
                               interne, affinché lo spettatore si senta costretto a
                               costruirsi una propria mappa, a orientarsi stabilendo
                               traiettorie, fissando punti cardinali. Trovo che la
                               tecnologia oggi ci abbia messo nella condizione di poter
                               sempre contare su un’artificiale semplicità, come se
                               tutto ci venisse incontro senza nodi, già ad uso e
                               consumo di chi ne fruirà. Ecco, la poesia – o se
                               preferiamo i linguaggi artistici nel loro complesso – non
                               possono emulare questa regola: credo in un teatro che
                               ti sfidi a scendere in campo, presentandoti l’ingresso del
                               labirinto.

                               Anche Freud, al pari dei suoi pazienti, è un
                               personaggio, per l’esattezza il protagonista, del
                               tuo testo. Quali caratteristiche, quali tratti umani
                               gli hai attribuito?
                               Freud è qui come una stella al centro di una galassia.
                               Pensiamo al sole: è la fonte del movimento dei pianeti,
                               ma ognuno di loro mantiene una propria straordinaria
                               peculiarità, da Marte pianeta rosso alla Terra cosparsa di
                               vita, da Saturno con gli anelli gassosi allo sterminato
                               Giove, fino ai gelidi pianeti più lontani.
                               Dopodiché, vari pianeti hanno a loro volta un satellite
                               che da loro dipende. Ecco, così ho immaginato i miei
                               personaggi: i pazienti ruotano attorno a Sigmund con le
                               proprie profonde e diverse personalità, facendosi in
                               alcuni casi accompagnare da satelliti dal ruolo tutt’altro
                               che secondario. Infine c’è l’incandescente sole, al cui
                               interno tuttavia si muovono energie contrastanti e sbalzi
                               di materia (si pensi alle tempeste solari). Ebbene, non è
                               diverso il mio ritratto di Freud: egli vive dilaniato da dubbi
                               e conflitti, primo fra tutti quello di essere un ingordo

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