Page 13 - PICCOLO TEATRO MILANO - FREUD
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FREUD, L’ANALISTA CHE ANDAVA
IN CERCA DI SE STESSO
sette domande a Stefano Massini
Calco in gesso raffigurante una Da cosa nasce la tua passione per Freud e per
donna che incede con grazia i suoi studi sul sogno?
conosciuta come “Gradiva” (in latino,
colei che cammina), copia del 1908 Mi sono sempre sorpreso di come il teatro non abbia
dall’originale di epoca romana scoperto prima di me la potente vocazione scenica di
custodito nei Musei Vaticani.
L’interesse di Freud per questa questo trattato. Lo stesso Freud in fondo definiva la sua
scultura nacque da una segnalazione teoria onirica come una forma estremamente elaborata
di Carl Gustav Jung, che consigliò
al collega di leggere la novella di drammaturgia: in comune con il teatro, i sogni hanno
di Wilhelm Jensen Gradiva. Una la necessità di un’ampia gamma simbolica, la possibilità
fantasia pompeiana, in cui si di condensare immagini, l’abilità per una
racconta l’ossessione di un
archeologo per la ragazza raffigurata. gestualizzazione di concetti e di stati d’animo, per non
Freud fu molto colpito da quel testo, parlare dell’utilizzo demistificante dell’ironia. Insomma,
tanto da dedicargli un saggio, Delirio
e sogni nella “Gradiva” di W. Jensen, nell’ingranaggio dei sogni cogliamo il nucleo del
e da acquistare, durante un linguaggio teatrale, la sua intrinseca umanità. A questo
soggiorno a Roma, il calco qui
riprodotto. Lo teneva appeso si aggiunga il fascino di un libro in cui i sogni vengono
a una parete dello studio, accanto trattati come enigmi da sciogliere, ricostruendo ogni
al celebre divano. volta un alfabeto critico e svelando le metafore sulla
© Freud Museum London.
base del vissuto esperienziale del sognatore: sette anni
fa – quando iniziai a lavorare su questo storico volume –
trovai che un simile catalogo di umanissimi rebus fosse
un portentoso materiale da tradurre in forma scenica.
Qual è, secondo te, la ragione per cui Freud e il
suo universo esercitano un così potente fascino
su di noi?
A intrigare, credo, è la giustizia del dar voce a chi non
ne ha. Perché di questo si tratta, in fondo: Freud rivela
in ogni essere umano un portatore di contraddizioni.
Questo è il punto di partenza del suo discorso sui sogni:
ognuno di noi vive il conflitto fra una vita voluta e una
vita vissuta. La frustrazione del non essere ciò che si
vorrebbe – piegati come siamo ai piccoli grandi
compromessi della società borghese – alimenta in noi
un profondo discorso su attitudini tradite e volontà
represse, la cui manifestazione ha luogo in forma di
immagini perché proibito da una coscienza guardiana.
Ecco, l’interesse per questo grido clandestino nasce
dalla percezione della sua drammaticità, dalla
consapevolezza di una dialettica interiore ardita,
in cui ognuno di noi è vittima e carnefice negli omicidi
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