Page 11 - PICCOLO RIVISTA STAGIONE 2017-2018
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Piccolo Teatro Strehler
dal 23 gennaio all’11 marzo 2018
«Ogni epoca ha un paio di libri, non di più, che
la riassumono completamente. Al punto tale da
esserne una sorta di catalogo. Il Novecento
è L’interpretazione dei sogni di Freud. Noi siamo
figli di quel libro. Ecco la necessità e la bellezza di
dedicare una produzione di questa importanza Freud
a un’opera forse mai portata sulle scene».
Così Stefano Massini spiega le motivazioni di un o l’interpretazione dei sogni
impegno artistico che lo ha portato a elaborare per
le scene il lavoro principale di Freud interpolandolo di Stefano Massini
con altri suoi scritti. «È una Bibbia della nostra riduzione e adattamento Federico Tiezzi e Fabrizio Sinisi
contemporaneità. È il racconto dell’uomo che, regia Federico Tiezzi
scene Marco Rossi
lasciato solo, decide di fare chiarezza guardandosi costumi Gianluca Sbicca
dentro». Tutto questo in una messa in scena che luci Gianni Pollini
si presenta come «un’avventura del pensiero e del movimenti Raffaella Giordano
preparazione vocale Francesca Della Monica
linguaggio», racconta il regista Federico Tiezzi. con (in ordine alfabetico) Umberto Ceriani, Nicola Ciaffoni,
Marco Foschi, Giovanni Franzoni, Elena Ghiaurov, Fabrizio Gifuni,
«Si assiste all’emozionante e graduale scoperta Alessandra Gigli, Sergio Leone, Michele Maccagno, David Meden,
di un metodo: decrittare il geroglifico del sogno Valentina Picello, Bruna Rossi, Sandra Toffolatti, Debora Zuin
per arrivare all’interpretazione della realtà porta alla produzione Piccolo Teatro di Milano - Teatro d’Europa
scoperta di un linguaggio che permette di dare
un senso al mondo e alle cose. Questo linguaggio
e questo metodo vengono creati attraverso
la discesa nel profondo dei sogni di molti pazienti.
Noi assistiamo alla costruzione lucidamente
appassionata di un sistema interpretativo del
mondo, non solo del sogno. Perché il sogno, gennaio
come dice Freud, è fatto con i materiali di scarto
della nostra psiche, non con i materiali essenziali,
non con quelli prioritari della nostra interiorità».
«La struttura di questo testo – spiega ancora Tiezzi
– è molto simile, nella sua rapidità, alla
drammaturgia del montaggio cinematografico:
come in un film di Hitchcock il lettore e lo
spettatore desiderano arrivare al punto finale,
alla scoperta, alla soluzione. Al Teatro. Non solo:
nel testo esiste un solo Freud. Ma ho pensato che
nello spettacolo possa essere sdoppiato in due.
Questo è un testo dello specchio, dello
sdoppiamento, del sogno nel sogno, della scatola
che contiene un’altra scatola. Il protagonista può
scindersi in due parti, una riflessiva, autoanalitica:
il Freud che scrive. Dall’altra c’è un Freud che
agisce, che sta insieme ai suoi pazienti-personaggi
e interagisce con loro. Capiterà anche che questi
due Freud discutano tra loro e che lo studio
di Freud sia in realtà un luogo di passaggio,
un mondo sospeso, una soglia tra la realtà
e l’interiorità».
È l’uomo che decide di fare chiarezza
guardandosi dentro: la scoperta
di un metodo interpretativo
del mondo e non solo del sogno.
Spettacolo inserito
nel Premio Giornalistico
Nazionale di Critica Teatrale
under 36 promosso
dal Network Lettera 22
www.premiolettera22.it
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