Page 55 - STAGIONE 2018/2019 - PICCOLO TEATRO DI MILANO
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Piccolo Teatro Strehler
                                 dal 27 febbraio al 10 marzo 2019
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       I giganti della montagna




       di Luigi Pirandello      Una compagnia di teatranti guidata dalla contessa Ilse
       regia Gabriele Lavia     arriva alla villa detta La Scalogna dove vive uno “strano”
                                mago che dà loro rifugio. Ma chi è Cotrone? «Lo sanno
       scene Alessandro Camera  tutti, è lo stesso Luigi Pirandello» scrive Gabriele Lavia
       costumi Andrea Viotti    nelle note di regia. «Ma Cotrone è anche qualcosa di più.
       musiche Antonio Di Pofi
                                                            È colui che vive
       con Gabriele Lavia       Gabriele Lavia dirige e     rifugiato o emarginato
       Federica Di Martino      interpreta l’ultimo         nella propria illusione
       e cast in via di definizione                         che il Teatro possa
                                capolavoro pirandelliano,
       produzione Fondazione    il più evocativo:           essere il Luogo
                                                            Assoluto. Fuori da
       Teatro della Toscana     la certezza laica che
       in coproduzione con                                  ogni contaminazione.
       Teatro Stabile di Torino –  la poesia non può morire.   Lontano da quei
       Teatro Nazionale                                     Giganti, da quelle
                                “forze brute”, da quegli uomini (forse noi stessi!) che
       spettacolo in allestimento  mettono paura solo a sentirli passare al galoppo!...
                                I Giganti sono uomini che hanno dimenticato la coscienza
       Intero platea € 33
       Intero balconata € 26    della loro origine. Snaturati dal non voler conoscere se
                                stessi. E dunque non possono far altro che continuare a
                                uccidere la “poesia originaria” nata come specchio
                                dell’uomo... uccidere il Teatro. Ma il finale “non scritto”
                                vorrei che fosse una speranza, meglio, una certezza laica,
                                che “la poesia non può morire”».






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