Page 8 - Celestina - Piccolo Teatro Milano
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500 ANNI E NON SENTIRLI: RONCONI E IL “TRAVASO” DELLA CELESTINA
Tuo padre è di Roma? C’è qualcosa nella tua memoria che ti

riporta a quella città e quindi a quel Pasticciaccio Brutto di Gadda,
giusto? Perché stavi (ri)leggendo quel libro di Gadda, I viaggi la

morte, del 1958? In quel passaggio dove Gadda individua in
Celestina il germe del romanzo moderno, la fine della tradizione
precedente, insomma. Hai dichiarato che è da lì che ti è venuto in

mente di metterla in scena.
Eh, ma l’avevo già letto prima, non è che fosse una novità. Io mi

ricordo di cose all’improvviso, come mi capita spesso. Per
esempio, una volta ero in auto con una mia collaboratrice e
parlavamo di una macchina da comprare…



Per te?
+ Per lei. Lei diceva che si poteva comprare una macchina di
tocca l’immagine per ingrandirla
seconda mano, che uno che faceva i trasporti teatrali voleva
vendere, un macchinone, tipo un gippone… Certo, dicevamo, si
potrebbe comprarla lo stesso, ma un po’ troppo impegnativa… e

io di colpo dico: “Sai, a me l’anno prossimo piacerebbe fare il
Pasticciaccio”, e non c’avevo mai pensato prima.

Ero direttore del Teatro di Roma. Mi ricordo benissimo che
stavamo percorrendo la via Prenestina e probabilmente sarà stata
un’associazione tra la strada che si vedeva e la memoria del

romanzo, che avevo già letto e mi piaceva… ecco. Mi capita
spessissimo di farmi venire in mente le cose in questo modo.

M’è successo tante volte, le cose che conosco e che lì per lì…
M’è successo con Gli ultimi giorni dell’umanità a Torino, ad
esempio.



E questa volta come ti è venuto in mente?
Anche questo è un testo che conosco da tanto tempo. L’ho letto

in verde età, credo neanche interamente… Quello che mi attira, in
genere, è di andare a cercare delle cose dove posso trovare
qualcosa che mi sorprenda, ecco. Francamente se fai il Giulio

Cesare di Shakespeare o il Don Giovanni di Molière questa
sorpresa proprio non ti viene, non perché non ci sia, ma perché

credo sia così per chiunque fa il mio mestiere: non si tratta di
entrare in diretto rapporto con l’opera, ma è entrare in rapporto
con tutte quante le edizioni di quell’opera che hai visto. Ne avrò
Nelle pagine seguenti
alcuni stralci dal testo viste due o tre versioni: una con Sarah Ferrati, quella con Núria
scritto nel 1958 da Espert, sette anni fa, diretta da Lepage in lingua catalana. Questo
Carmelo Samonà (1926- fatto di vedere una commedia spagnola tradotta in catalano mi è
1990), professore di piaciuto molto per diversi motivi. Innanzitutto perché si tratta di un

letteratura spagnola travaso non casuale, c’è dietro una presa di posizione forte. Non è
all’Università di Roma come se noi traducessimo una commedia di Eduardo in italiano o
“La Sapienza”, una tragedia di Alfieri in napoletano, no? C’è proprio una cosa

per l’edizione italiana de legata a conflitti profondi.
La Celestina di de Rojas
(RCS Grandi Opere, Più che mai contemporanei…
1958; BUR 2013). Infatti ho parlato di travaso… son stato molto curioso e sono


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