Page 15 - LA TRAGEDIA DEL VENDICATORE - PICCOLO TEATRO DI MILANO
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THOMAS MIDDLETON,
IL DISSENSO E LA CENSURA
di Daniela Guardamagna*
La figura di Thomas Middleton, relativamente
sconosciuta al grande pubblico, ha suscitato una
profonda accensione di interesse in Inghilterra e in
America nell’ultimo decennio.
Pressoché contemporaneo di Shakespeare (è nato nel
1580, sedici anni dopo il Bardo, e ha smesso di scrivere
per il teatro nel 1624, otto anni dopo la morte di
Shakespeare a Stratford-upon-Avon), è stato assai
famoso ai suoi tempi e ha addirittura collaborato con il
grande drammaturgo. La sua fama è stata oscurata, nei
secoli successivi alla sua morte, principalmente per due
ragioni: innanzi tutto, per problemi di censura, in quanto
nella sua opera è chiaramente leggibile un
ritratto esplicito della corruzione della
Corte inglese; in secondo luogo, molte sue
opere sono state per secoli attribuite ad
altri autori: prima fra tutte proprio
The Revenger’s Tragedy, cioè La tragedia
del vendicatore, la cui paternità è stata
assegnata fino alla fine del Novecento,
con poche eccezioni, al drammaturgo Cyril
Tourneur. Mancavano, nel canone
precedente, A Yorkshire Tragedy, una
breve tragedia del 1605-6 che è stata
attribuita a Shakespeare; appunto la
Revenger’s Tragedy (1606); due
tragicommedie (Wit at Several Weapons e
The Nice Valour, pubblicate due volte, nel
tardo Seicento, negli In-Folio che
raccoglievano le opere di Beaumont e
Fletcher); The Bloody Banquet (1609), una
tragedia assai perturbante, attribuita a
Middleton soltanto nel 2000, che narra la
storia di un’adultera costretta a bere nel teschio
dell’amante e a cibarsi delle sue carni: incombono, oltre
Thomas Middleton in un ritratto alla vicenda di Rosamunda e Alboino, le grandi ombre di
riprodotto sull’edizione del 1657 Seneca e di Ovidio. Infine, The Lady’s Tragedy (1611),
delle sue opere Women beware
women e More dissemblers nota in precedenza come The Second Maiden’s
besides women. Tragedy, in cui la violenza del tiranno usurpatore viene
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