Page 9 - QUESTA SERA SI RECITA A SOGGETTO - PICCOLO TEATRO MILANO - STAGIONE 2015/2016
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PIRANDELLO E L’ARMONIA IMPOSSIBILE TRA ORDINE E CAOS
rivelarlo attraverso il bisturi della psicanalisi freudiana.
Rivelare le strutture che danno vita a quel linguaggio,
analizzando insieme la società borghese che lo parla, con
i suoi valori ormai in sfacelo, come la famiglia e il rapporto
uomo-donna.
In cosa consiste la tua regia?
Pirandello è ossessionato dalla scissione corpo-pensiero.
Il pensiero è logica e morale. Il corpo ha una vita forte e
problematica. Segreta e violenta: che sfugge a ogni
controllo. Che par vivere, con tutte le sue ferite e cicatrici,
in un intervallo delle convenzioni sociali, in un lato oscuro
della coscienza e della morale.
Delle convulsioni del corpo il pensiero non recherà, dopo,
nessuna traccia: il corpo, sfuggendo al pensiero, sfugge
alla morale e all’ordine.
Ho trasformato i tre momenti più un intermezzo, in cui è
diviso il testo di Pirandello, in due tempi, come i due volet,
che si fronteggiano, di un dittico. Nel primo tempo si
assiste al teorema, all’analisi della macchina teatrale, da
parte di Hinkfuss; all’analisi della necessità del testo, della
visualità in teatro come forma visibile di un pensiero; si
esplorano l’attore e il suo ruolo, nella dicotomia tra se
stesso e l’altro (cioè il personaggio). All’attore mi pare che
Pirandello chieda di farsi lettore della propria esperienza,
di mantenere un cuore caldo e una mente fredda come
diceva l’attore francese François-Joseph Talma.
Nel secondo tempo si assiste alla “dimostrazione del
teorema”, all’esperimento che si attua, all’esempio
performativo, là dove la prima parte è l’affermazione
dell’idea. La prima parte dello spettacolo è così da
collocare nella testa, nel pensiero. La seconda parte nel
corpo e nell’azione.
Un elemento essenziale nel testo è il gioco del
teatro nel teatro.
In realtà l’esatta costruzione metateatrale trova in
quest’opera di Pirandello una “variante”. La recita a
soggetto, attraverso l’improvvisazione, attraverso il
disordine della prova, rimanda al disordine dell’accadere
imprevisto, al fatto che in ogni rappresentazione “a
soggetto” appaiono angoli e curve improvvisi che
modificano l’ordine che ci saremmo aspettati. Come nella
vita. La vita stessa, in gran parte, è a soggetto, no?
Riprendendo il titolo di una famosa opera dell’artista
Alighiero Boetti siamo davanti alla lotta tra ordine e
disordine. Tra il caos della visione e l’ordine, la disciplina
(linguistica) che serve a comunicarla. C’è una leggerezza,
usando un termine caro alle Lezioni americane di Italo
Calvino, in questa commedia, che deriva dal fatto che il
teatro è, in se stesso, un gioco. Questo teatro della vita
non può che essere leggero, perché ha in sé il
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