Page 11 - PICCOLO - GENNAIO / LUGLIO 2020
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Teatro Grassi dal 14 gennaio al 16 febbraio 2020
Misericordia
scritto e diretto «(...) Quando ci penso, che il tempo ritorna,
da Emma Dante che arriva il giorno che il giorno raggiorna,
penso che è culla una pancia di donna,
luci Cristian Zucaro e casa è pancia che tiene una gonna,
e pancia è cassa, che viene al finire,
con Italia Carroccio, Manuela che arriva il giorno che si va a dormire.
Lo Sicco, Leonarda Saffi, Perché la donna non è cielo, è terra
Simone Zambelli carne di terra che non vuole guerra:
coproduzione è questa terra, che io fui seminato,
Piccolo Teatro di Milano – vita ho vissuto che dentro ho piantato,
Teatro d’Europa, qui cerco il caldo che il cuore ci sente,
Atto Unico / Compagnia Sud la lunga notte che divento niente.
Costa Occidentale Femmina penso, se penso l’umano
Teatro Biondo di Palermo
la mia compagna, ti prendo per mano».
Edoardo Sanguineti
durata 1h senza intervallo
le recite di sabato 18, 25 gennaio, «Misericordia è una favola contemporanea. Racconta la
1, 8, 15 febbraio sono sovratitolate fragilità delle donne, la loro disperata e sconfinata
in inglese a cura di Prescott Studio solitudine». Così Emma Dante presenta il nuovo spettacolo
con cui rinnova la collaborazione artistica con il Piccolo
Intero platea € 40
Intero balconata € 32 Teatro. Il testo racconta la storia di tre donne che si
prostituiscono e di un ragazzo menomato che vive con loro
in un monovano lercio e miserevole. Durante il giorno le
donne lavorano a maglia e confezionano sciallette, al
tramonto, sulla soglia di casa, offrono ai passanti i loro
corpi cadenti. «Arturo non sta mai fermo – continua la
Dante – è un picciutteddu ipercinetico. Ogni sera, alla
stessa ora, va alla finestra per vedere passare la banda e
sogna di suonare la grancassa. La madre di Arturo si
chiamava Lucia, era secca come
Una nuova incursione un’acciuga e teneva sempre accesa una
radiolina. La casa era china ’i musica e
di Emma Dante Lucia abballava p’i masculi! Soprattutto
nell’universo di miseria, per un falegname che si presentava a
casa tutti i giovedi. L’uomo era proprietario
abuso e degrado di una segheria dove si fabbricano
con cui da sempre cassette della frutta, guadagnava bene ma
se ne andava in giro con un berretto di
le donne sono condannate lana e i guanti bucati. Lo chiamavano
a combattere “Geppetto”. Alzava le mani. Dalle legnate
del padre nasce Arturo, mentre Lucia
muore due ore dopo averlo dato alla luce. Nonostante
l’inferno di un degrado terribile, Anna, Nuzza e Bettina se lo
crescono come se fosse figlio loro. Arturo, il pezzo di
legno, accudito da tre madri, diventa bambino».
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