Page 20 - CUORE DI CANE
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GIAN PIERO PIFIÈÎIO
insolito nella storia dell'editoria sovietica (si pensi al Dottor
Zivago di Pasternak) il romanzo vide la prima luce fuori dai
confini del suo Paese. La prima traduzione italiana, che
avrebbe battuto sul tempo ogni altra pubblicazione, e dello
stesso 1967. Nello stesso anno sarebbero uscite in Italia ben
due versioni, condotte frettolosamente sul testo non
integrale apparso per la prima volta in URSS l'anno
precedente, del capolavoro bulgakoviano, Il Maestro e
Margherita, segnando l'inizio di una fortunatissima stagione
che avrebbe portato lo scrittore russo a un immediato
trionfo. Nel 1968 Cuore di cane sarebbe apparso in lingua
originale su riviste russe del dissenso a Francoforte e a
Londra, seguito da traduzioni in svariate lingue straniere. In
Unione Sovietica si sarebbe dovuto attendere il 1987 per
vedere una prima stampa ufficiale ancora incompleta e
grossolana, e poi ancora il 1989 per una pubblicazione
integrale e corretta in un'edizione in due volumi di lavori dello
scrittore. Il soggetto dell'opera strizza l'occhio alla
fantascienza e alla satira politica. L'azione si sviluppa tra il
1924 e il 1925, in piena NEP, la Nuova Politica Economica
voluta da Lenin nel 1921 nel tentativo di risanare l'economia
del neonato Stato sovietico, disastrata dopo la guerra civile.
L'operazione economica ebbe forti riscontri anche sul fronte
culturale: nascita di una nuova classe di pseudo capitalisti,
affermazione di nuovi ricchi volgari e ignoranti, costanti
allettamenti riservati ai giovani proletari bolscevichi indotti in
tentazione dal “bel mondo" dei nuovi filistei e pronti a tradire
la rivoluzione in nome del possesso di beni materiali. Nel
gennaio del 1924 era morto Lenin, lasciando il Paese nello
sconforto e obbligando gli ideologi del partito a ricorrere a
discutibili forme di sacralizzazione della causa e del corpo del
defunto per colmare il vuoto precocemente lasciato dal
leader. Stalin era sulla rampa di lancio. La politica culturale
del Paese investiva in continue campagne contro il cattivo
gusto borghme duro a morire, I'alcolismo imperante, la
religione che non si riusciva a estirpare dalla mente dei
neonati proletari. Intorno a queste realta Bulgakov realizzo la
sua storia. E lo fece mantenendo sulla situazione socio—
politico—culturale dei suoi anni uno sguardo che i teorici della
letteratura attivi all'epoca, iformalisti russi, avevano definito
“straniato". Lo sguardo di chi, come un bambino, osserva il
mondo con occhi puri e curiosi, non contaminati ne
dall'abitudine ne dall'ideologia che acciecano. L'intelligenza
dello scrittore kieviano era troppo brillante per non cogliere in
ciascuna situazione quanto di marcio o di semplicemente
grottesco ci fosse. La sua arte creativa si rivelo perfetta per
trasporre la realta, e le considerazioni pungenti a essa
riservate, in straordinarie pagine letterarie. Bulgakov non
risparmio nessuno, caratterizzando mirabilmente ogni
personaggio anche attraverso l'uso della lingua: ne il defunto
sottoproletario Cugunkin (da òugun, ghisa; e un caso che il
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