Page 10 - CUORE DI CANE
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CONVERSAZlONE CON GIORGlO SANGATI

percezione marcatamente diversa dagli altri interpreti.
Grazie alla scena di Marco Rossi, abbiamo dato vita a
un underground che e tante cose: gabbia di
contenzione, tunnel della metropolitana, mondo
“basso“. Paolo non impersona un cane, ma qualcuno
che e trattato come un cane, e emarginato, inascoltato,
controllato, imprigionato. Mi sembra che oggi
abbondino gli esempi di questo atteggiamento verso
chi, per qualche motivo, non reputiamo uguale a noi,
non pienamente uomo, perche non parla la nostra
lingua, non la capisce, non vive secondo le nostre
convenzioni. In questo modo potevamo valorizzare una
parola chiave del testo: elevazione. Continuamente il
professore dice a Pallino Ti ho elevato. Ma la risposta
sara: Ah mi hai elevato. E chi te /’ha chiesto?

Un altro ruolo chiave e quello del Dottor
Bormentàl‘, l'assistente.

Il testo e in parte un registro clinico, dove vengono
annotati i dettagli dell'operazione e della trasformazione
di Pallino. Ma gli avvenimenti riportati sul registro sono
gli stessi cui assistono gli spettatori? Bormental‘,
interpretato da Giovanni Franzoni, e tante figure in una:
braccio destro, eterno assistente, figura servile, figlio—
allievo e pericoloso revisionista. In una delle sue note,
scrive, riferendosi a Pallino: Escono da//e sue labbra i
significanti, scissi dai significati. Ed e questo l'ultimo
passo che lo separa da un linguaggio compiuto.
Ebbene, abbiamo appena assistito a una scena in cui
accade l'esatto contrario: Pallino ha dato prova di
comprendere il significato delle parole che adopera.
Bormental‘ accetta la falsificazione come prassi: ora,
quante volte chi ha scritto la storia ha mentito?

E quasi sistematico. Ed e un‘altra cosa su cui Bulgakov
invita a riflettere.

Revisioniste e conservatrici appaiono anche le
figure femminili.

Lo sono per ragioni estremamente precise: pur di
sottrarsi alla regola dei 12 metri quadri a testa, imposta
in quegli anni in URSS di pari passo con la coabitazione
forzata tra persone che non si conoscevano, Darj'a
Petrovna, ossia Bruna Rossi, e Zina, il personaggio di
Lucia Marinsalta, scelgono di dormire l'una in cucina
l'altra in un angolino dietro la cambusa. L'appartamento
del professore e una specie di bunker in cui conservare
un impianto fortemente gerarchico ma rassicurante, una
piccola cellula zarista. Ne deriva una stranissima
famiglia, con Darj‘a Petrovna che e cuoca ma anche un
po‘ moglie del professore e madre di Zina che e figlia
ma anche sguattera, mentre Bormental‘ e assistente ma

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