Page 5 - ARLECCHINO SERVITORE DI DUE PADRONI - PICCOLO TEATRO MILANO - STAGIONE 2016/2017
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Molti aggettivi, qualche iperbole “di circostanza” hanno
accompagnato questi settant’anni di Arlecchino: “semplicemente”
uno straordinario manifesto di teatro. Pensato da Giorgio Strehler
per chiudere la prima, breve, stagione del Piccolo, con quattro titoli
che hanno segnato però il nascere di un’idea di teatro fondata su
Fondazione ricerca e responsabilità di Teatro Pubblico, Arlecchino si è infatti, da
Piccolo Teatro di Milano subito, dichiarato vero “manifesto di teatro” che Strehler, con i suoi
Teatro d’Europa collaboratori, con i suoi attori, ha inseguito tutta la vita. Un “atto di
teatro” che è diventato non già un simbolo, ma una sempre
Stagione 2016/17 “insaziabile” fame di bellezza, di umanissima e irrinunciabile utopia di
70 dalla fondazione teatro umano. Settant’anni di teatro che, nell’avvicendarsi dei suoi
a
protagonisti, nel tempo, nella memoria, vive ancora la stessa
Soci Fondatori inquietudine, la stessa dedizione, la stessa “fame di teatro” che
Comune di Milano unisce generazioni. Unisce, ciascuno con i propri “ricordi”, in una
Regione Lombardia memoria che accomuna. “Amato e odiato” dal suo stesso regista, lo
ha accompagnato per tutta la vita, artistica e umana, fino addirittura
Socio Sostenitore a sopravvivergli. Nel suo periodico tornare ad Arlecchino, Strehler ha
Camera di Commercio Industria ogni volta ripensato uno spettacolo che sedimentava, maturava e si
Artigianato Agricoltura di Milano stratificava insieme a lui, alla società, al Mondo intorno. «Uguale e
differente – diceva – come la vita». Mondo e Teatro, le due categorie
Consiglio Generale che Carlo Goldoni indica come l’unica ispirazione possibile per il
Giuseppe Sala drammaturgo. E quanti mondi può raccontare Arlecchino, che abbia
Sindaco di Milano la maschera dipinta sul viso oppure ne indossi una di cuoio, che sia
Roberto Maroni interpretato da un cast di giovanissimi attori appena diplomati,
Presidente Regione Lombardia oppure viva di tutta la nostalgia di una compagnia di eccezionali
Carlo Sangalli professionisti, ben consapevoli di indossare per l’ultima volta quei
Presidente Camera di Commercio costumi! “Leggere” le diverse versioni che si sono avvicendate negli
Industria Artigianato Agricoltura anni, soprattutto le diverse “atmosfere” in cui lo spettacolo è vissuto,
di Milano è un modo per seguire l’intero percorso artistico di Giorgio Strehler,
delle grandi illusioni, delle amarezze, delle luci e delle ombre tra cui si
Consiglio d’Amministrazione è perennemente non voluto “arrendere”, proseguendo nella “ricerca
Salvatore Carrubba della bellezza” capace di cambiare il mondo, non solo nel suo lavoro
Presidente di “prosa”, ma anche per il suo amato “teatro musicale”, nei suoi
Federica Olivares Mozart. Sempre che “prosa” e “teatro musicale” possano davvero
Vicepresidente dirsi separati nella sua vita. Anche per questo è un Arlecchino che
ha girato il mondo, da Nord a Sud, da Est a Ovest – ha perfino fatto
Consiglieri fisicamente naufragio, con scene e costumi, alle isole Azzorre,
Marco Accornero restituito dal mare a una sbalordita compagnia teatrale portoghese –
Stefano Baia Curioni arrivando al cuore di ogni pubblico, di qualsiasi età, cultura, lingua,
Cristina Cappellini memoria storica. Dal 1960, da una storica serata al New York City
Livia Piermattei Center, è Ferruccio Soleri a vivere dentro la maschera del servitore di
Andrea Ragosta due padroni, alternandosi dagli anni Duemila con Enrico Bonavera.
Con loro sono in scena attori che con questo spettacolo – e con
Collegio dei Revisori dei Conti Ferruccio – sono “nati” sulla scena, vivono oggi carriere al Piccolo e
Vincenzo Donnamaria nel mondo, per tornare ogni volta “a casa”, sul palcoscenico di
Presidente Arlecchino. Ma anche alcuni “giovanissimi” che continuano a
diplomarsi alla nostra Scuola ed entrano a far parte di quella
Revisori dei conti straordinaria “macchina teatrale”, e insieme “manifesto” mai
Francesco Carlo D’Alessandro concluso del teatro, che è l’Arlecchino di Goldoni e di Strehler.
Ugo Zanello Questo Arlecchino con cui attraversiamo la data del nostro
settantesimo compleanno è dedicato a te, caro Ferruccio, che lo
Direttore vivi, lo fai vivere con tutte le fibre del tuo corpo. A te, maestro di
Sergio Escobar rigore e di passione teatrale. Diceva Strehler, «Quest’Arlecchino
intramontabile ha il segno della vita che passa e si rinnova. È sangue
Consulente Artistico che pulsa e scorre nelle vene di un teatro reale e immaginario, come
Stefano Massini in un corpo umano». Un teatro umano perché vive negli uomini, sui
palcoscenici, nelle platee, uniti nell’atto del teatro.
Direttore Scuola di Teatro
“Luca Ronconi” Sergio Escobar
Carmelo Rifici Direttore Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
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