Page 3 - LEHMAN TRILOGY - STEFANO MASSINI - LUCA RONCONI - PICCOLO TEATRO DI MILANO
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Cosa può e deve il teatro opporre alla descrizione del nostro
vivere ridotta ad un “continuo presente”, consumata in una “frase
invece che in un discorso”, per dirla con Massini, o, non a caso lo
cita, con Spregelburd che definisce la “cronaca sorella stupida”
della storia? Lehman Trilogy, divisa in due parti, Tre fratelli e Padri
Fondazione e figli, prova che la scrittura del teatro può e deve molto, non per
Piccolo Teatro di Milano unirsi alla lunga teoria delle condanne ex post, ma per conoscere.
Teatro d’Europa Un eterno presente, “life is now”, è il “luogo” e il “tempo” in cui un
malinteso riduzionismo condanna alla rinuncia a ricostruire la
Stagione 2014/15 conoscenza di ciò che accade, accadde e accadrà. Quello della
68 dalla fondazione finanza, del suo distacco “mistico” dalla realtà, concreta e
a
contraddittoria, è il luogo privilegiato di questo eterno presente,
Soci Fondatori banalizzato in improvvisi accadimenti, “traumi interni” che
Comune di Milano agiscono fuori dalla sfera della storia e delle storie, dal tempo e
Regione Lombardia dai tempi della storia soggettiva. Gli indici delle Borse del mondo
Provincia di Milano chiudono ogni giorno (da “presente appiattito”), come un liturgico
“ita missa est”, il telegiornale, rito finanziario di una religione dello
Socio Sostenitore sconcerto. Così la vicenda Lehman, in questa neomistica, è
Camera di Commercio Industria cristallizzata, esorcizzata, con l’immagine degli “scatoloni” per le
Artigianato Agricoltura di Milano strade di Wall Street del 2008: come un’accidentale, malaugurata
causa della crisi irrisolta della finanza avulsa dalla crisi del reale,
Consiglio Generale quotidiano. Lehman Trilogy e il lavoro di Ronconi e Massini si
Giuliano Pisapia muovono in direzione opposta: la fine di quell’epopea non fu la
Sindaco di Milano causa, ma l’effetto di un piano inclinato del tempo e dello spazio,
Roberto Maroni in cui si è consumata una religione ispiratrice della concretezza
Presidente Regione Lombardia del fare, sostituita da un’altra, della pura astrazione, senza
Guido Podestà contenuto reale, incapace di produrre persino un linguaggio, se
Presidente Provincia di Milano non autoreferenziale, senza riti concreti condivisi. In Lehman
Carlo Sangalli Trilogy non si spiega ma si dispiega la storia di quei passaggi.
Presidente Camera di Commercio Non si condanna moralisticamente la vicenda come “una finanza
Industria Artigianato Agricoltura che sbaglia”, ma si mostra il distacco dalla realtà costruita,
di Milano un’astrazione voluta e subita. Dalla risposta di Mayer “Bulbe” in
Alabama, tra l’impacciato e la sfida, che chiude un’epoca per
Consiglio d’Amministrazione aprirne un’altra da inventare, alla domanda: “mediatore, ma che
Claudio Risé mestiere è?” sino alla mediazione per la mediazione dei traders
Presidente
globalizzati, senza luogo fisico né luogo di appartenenza, in cui lo
stesso “denaro per denaro” perde la residua concretezza. Il
Consiglieri
Stefano Baia Curioni tempo, nel testo, non è un flusso lineare, coerente, verso l’oggi,
Emma Paola Bassani ma il sovrapporsi del tempo dell’orologio che scorre alle spalle del
racconto, e anche quello soggettivo dei Lehman, in cui memoria,
Federica Olivares
Antonio Pastore accadimenti, azzardi si sovrappongono sino a confondere realtà e
Andrea Ragosta linguaggio. Come lo spazio in cui questi tempi si dispiegano, da
Dario Vermi Rimpar, dall’Alabama, da New York, al non luogo dei trader, dove
nulla c’è eppure ci si illude ci sia il mondo intero. La “trama” più
Collegio dei Revisori dei Conti profonda della scrittura è proprio il tempo (l’età, certo, ma non
Vincenzo Donnamaria solo) fatto di ritorni, interruzioni, sovrapposizioni. Di contrasto col
Presidente tempo e il linguaggio di un’origine che spezza la stessa continuità
della religione che unisce i fratelli Lehman nella loro origine di
Revisori dei conti commercianti per ritornare sotto forma di rito funebre alla fine
Francesco Carlo D’Alessandro della loro storia: non più uno scontro tra Davide e Golia,
Ugo Zanello l’annuncio di una telefonata – un minuto fa la Lehman è morta –
che arriva da un non luogo. Come si può uscire da questo non
Direttore luogo, non tempo, da un presente continuo, superficie liscia che
Sergio Escobar riflette solo se stessa? Il teatro, racconto, non frase, condiviso,
può fare molto.
Consulente Artistico
Luca Ronconi Sergio Escobar
Direttore Piccolo Teatro di Milano-Teatro d’Europa

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