Page 7 - CUORE DI CANE
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UOMINI E CANI
conversazione con Giorgio Sangati
Perché hai scelto di portare in scena Cuore di cane?
La proposta di dirigere uno spettacolo tratto dal
romanzo di Bùlgakov e nata dal Piccolo Teatro, da
Sergio Escobar e Stefano Massini.
Ricordavo l'impressione profonda che la lettura di quel
capolavoro aveva lasciato su di me e mi sono detto che,
tra tanti progetti possibili, era il più giùsto nell'attuale
frangente storico, un'occasione da non perdere per
proporre al pùbblico ùn aùtore estremamente efficace,
oggi più che mai.
Come ti sei rapportato con il passaggio dal
romanzo alla scena?
Una delle cose più interessanti del testo originale e la
sùa capacita di giocare con i pùnti di vista dei
personaggi, con il concetto di tempo e con i codici
letterari. La versione teatrale di Stefano Massini coglie e
valorizza tutte queste caratteristiche, a partire dal talento
di Bùlgakov nel sintetizzare in poche pagine avvenimenti
che occùpano settimane o viceversa nel dilatare singoli
istanti con effetti da ra/lenty cinematografico. Ho
eliminato le ambientazioni troppo realistiche, gli esterni e
le stanze dell'appartamento del Professor
Preobrazenskij, per sostituirli con uno spazio altro,
estremamente funzionale, che fosse ùn laboratorio ma
anche il contenitore teatrale dentro al quale far accadere
le varie fasi dell'esperimento, ossia la creazione
dell'uomo nuovo.
In realtà il Professor Preobraìénskij non sta
cercando di creare l'uomo, ma di renderlo
eternamente giovane...
ll professore borghese, che non ha alcun interesse per
I'ùmanita bensì mira ad arricchirsi con la ricetta dell'elisir
di giovinezza, incappa in ùna scoperta non cercata:
l'elemento capace di mùtare la bestia in ùomo. Riportata
al contesto di Bùlgakov, all'Unione Sovietica del 1925,
quando fù scritta la prima stesùra del romanzo, la
ricerca “disùmana" del professore e il simbolo di ùna

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