Page 5 - FERRUCCIO SOLERI - PICCOLO TEATRO DI MILANO
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... Ci vedi qua, oggi, tutti insieme, perché vogliamo dirti grazie, per i tanti anni in cui ci hai
regalato allegria e leggerezza; ci hai fatto vivere cosa sia il mestiere dell’attore.
La tua storia di uomo e di artista è un esempio di rigore, disciplina, serietà e generoso amore
per il teatro, per il pubblico.
Sei “nato”, come Arlecchino, oltre oceano, in quella leggendaria serata newyorchese di tanti
anni fa. Ma è qui, in via Rovello, che hai sempre avuto la tua casa, il nido di Arlecchino,
il luogo della commozione che ci inumidisce gli occhi di tenerezza, ogni volta che sentiamo
suonare le trombe del “saluto”, all’inizio dello spettacolo, quando tutta la compagnia,
insieme a te, si presenta per dare il benvenuto al pubblico in sala.
Ma forse non è proprio solo così: hai trasformato il nostro pianeta nella casa di Arlecchino
e non è solo una “questione di Guinness”, bensì di occhi, di cuori che hai fatto battere
all’unisono in ogni parte dei Paesi, dei Teatri del Mondo.
Quanti spettatori, ovunque, potranno dire di aver visto l’Arlecchino…
Non sono esperienze che capitano a tutti ed è forse questa, più di ogni altra cosa, al di là della
permanenza nel ruolo, la straordinarietà del tuo essere attore al Piccolo: l’infinito numero
di persone che ti avranno detto grazie per quelle ore trascorse attraversando il “paese delle
meraviglie” che è il Servitore di due padroni di Goldoni, l’Arlecchino di Strehler, di Soleri,
di tanti giovani, cresciuti, diventati “grandi” con Arlecchino e che ora si stringono a te.
A nome di tutti quei volti e di quegli infiniti applausi, grazie, da tutti noi, il tuo teatro.
Sergio Escobar