Page 2 - GIORGIO STREHLER - PICCOLO TEATRO DI MILANO
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«Il teatro, proprio perché teatro, anche mentre si sta
          preparando, è sempre e soltanto un profondo atto
          d’amore, un atto completamente “umano”. Richiede
          sempre una illimitata sottomissione ai battiti del
          proprio cuore. È un esercizio spirituale e fisico al tempo
          stesso, nel senso più completo della parola, un
          esercizio pericoloso e difficile, che può essere svolto
          solo a costo di un totale, assoluto, abbandono di sé».
          Come “restituire” questa “inafferrabile” generosa complessità
          di Giorgio Strehler a vent’anni dalla morte? Come far rivivere
          a chi “c’era” e far vivere a chi “non c’era ancora” la
          straordinaria avventura umana, teatrale, poetica?
          Condividendo, per chi li ha, i ricordi di momenti entrati nella
          vita di tutti noi e “tramandando”, a chi nel presente e nel
          futuro del teatro vive, le ragioni per dedicarsi a questo
          “mestiere” con passione e rigore. Pochi mesi dopo aver
          festeggiato il 70° anniversario della fondazione del Piccolo,
          chi con Strehler ha lavorato racconta il lavoro del regista che
          dal 1947 al 1997 ha scritto la storia artistica e umana di
          questo teatro. Il concerto di Ornella Vanoni, a fine ottobre,
          apre idealmente i due mesi di programmazione dedicati al
          regista. Tra novembre e dicembre, quattro serate intitolate agli
          autori – Cechov, Shakespeare, Brecht e Goldoni — con cui
          Strehler intrecciò negli anni un rapporto d’amore e di
          profonda sintonia intellettuale raccontano il “metodo Strehler”,
          attraverso testimonianze di artisti e collaboratori, in video e
          dal vivo, alternate a proiezioni di frammenti di spettacolo,
          letture con i giovani attori diplomati alla Scuola del Piccolo e a
          un contrappunto musicale sulle note di Fiorenzo Carpi, in
          collaborazione con il Conservatorio di Milano.
          Un calendario di proiezioni integrali di spettacoli strehleriani –
          filmati, in alcuni casi, quasi del tutto sconosciuti – al Chiostro
          Nina Vinchi, una video installazione multimediale nello Spazio
          RovelloDue in collaborazione con il Politecnico di Milano, un
          racconto per immagini e oggetti nei foyer del Teatro Strehler,
          la proiezione dei Mémoires sulla facciata di Palazzo Reale
          e la presentazione di un documentario a cura del critico
          Maurizio Porro completano il percorso strehleriano:
          «Alla fine – diceva il regista – la vera conoscenza di
          un’opera d’arte è un atto affettivo. Gli spettacoli, quelli
          sono ormai cenere di un fuoco che ha bruciato in un
          lampo dando calore a molti, precipitando nel buio altri:
          sono memoria di chi li ha visti. Mito o racconto per chi
          non li ha vissuti. Ma questo è il destino magnifico e
          desolante del teatro di tutti e di tutti i tempi. Bisogna
          accettarlo, così come si accetta la morte e la vita».
                                                     Sergio Escobar
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