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Tracce, dettagli, fratture, vuoti, o meglio vuoto complessivo,
sono le prime impressioni, ma anche il Leitmotiv profondo, che
si trae dalla lettura di Visita al padre di Roland Schimmelpfennig.
La stessa parola visita – che non può certo connotare un
Sotto l’Alto Patronato
rapporto profondo tra padre e figlio, ma una precarietà
del Presidente della Repubblica
superficiale e contingente – è una dichiarata conferma da parte
Fondazione dell’autore. È uno spettacolo che non contempla una continuità
Piccolo Teatro di Milano
Teatro d’Europa narrativa, bensì nasce da frammenti, da inaspettati collegamenti
tali da poter essere percepiti solo in palcoscenico. Nessun
Stagione 2013/14 “messaggio” da comunicare: piuttosto l’urgenza di mettere in
67 dalla fondazione scena la percezione che nulla della contemporaneità è più
a
riconducibile a un’unità. La famiglia, come contesto della
Soci Fondatori vicenda, è solo una parte del tutto: perciò niente è più lontano
Comune di Milano di questo testo dal dramma psicologico-familiare. Mancanza di
Regione Lombardia memoria, vuoti, superficialità, s-legami generazionali ne fanno
Provincia di Milano
una commedia fortemente politica, proprio perché si tiene

Socio Sostenitore lontano da spiegazioni politiche e sociologiche. Carmelo Rifici,
Camera di Commercio Industria nella sua regia – con l’allestimento di Guido Buganza che è una
Artigianato Agricoltura di Milano vera e propria riscrittura scenografica del testo – ci racconta
che qualcosa si è irrimediabilmente rotto, è andato in frantumi,
Consiglio Generale nello spazio e nel tempo, nei luoghi della memoria e nelle
Giuliano Pisapia relazioni personali. Non è un “ritratto di famiglia”, ma il quadro di
Sindaco di Milano
Roberto Maroni uno stato confusionale che attraversa storia e quotidianità.
Presidente Regione Lombardia L’identità degli individui è frantumata. Qualcosa di più profondo
Guido Podestà anche della nostalgia per le ideologie scandaglia il possibile
Presidente Provincia di Milano legame tra passato, presente e un futuro negato. C’è
Carlo Sangalli certamente una cruda e disincantata dichiarazione della
Presidente Camera di Commer- scomparsa dell’io come parte del noi: letta in termini
cio generazionali ma non solo. Se Schimmelpfennig guarda con più
Industria Artigianato Agricoltura vicinanza il giovane Peter, il figlio “in visita”, anche la
di Milano
generazione del ragazzo non ne esce promossa né
Consiglio d’Amministrazione commiserata. Rimangono frammenti, dettagli, come li ha
Claudio Risé chiamati Lars Norén, altro autore nordico che Rifici ha messo in
Presidente scena da noi. Se la connotazione storico-geografica non è
certo assente in Visita al padre, nulla vi è tuttavia di
Consiglieri autoreferenziale alla sola Germania o ad un universo nordico.
Stefano Baia Curioni Dal “sud del mondo”, Rafael Spregelburd di cui Ronconi ha
Emma Paola Bassani
Federica Olivares messo in scena La modestia ma soprattutto Il panico, approda
Antonio Pastore a una scrittura “cubista”, anch’essa con relazioni sotterranee
Andrea Ragosta tutte da scoprire in palcoscenico. Forse questa, per ora, è
Dario Vermi l’unica e la più avanzata forma possibile di contemporaneità
della drammaturgia. Lo suggerisce anche, non senza tratti
Collegio dei Revisori autoironici, lo stesso Schimmelpfennig: fa della famiglia di
dei Conti Heinrich una famiglia di attori, sia per chi – i due “fratelli” Isabel e
Marco Arisi Rota Peter – vuole intraprendere realmente questa carriera, sia per
Presidente
chi – tutti gli altri – recita inconsapevolmente una parte, nella
Revisori dei conti vita, incapace di stabilire un dialogo. La sensazione che
Marzia Provenzano qualcosa stia accadendo, tra questi frammenti,
Ugo Zanello Schimmelpfennig ce la suggerisce più che come obiettivo,
come minaccia: che noi si diventi, tutti, non protagonisti della
Direttore memoria e del futuro, ma semplici visitatori di un presente piatto.
Sergio Escobar
Sergio Escobar
Direttore Artistico
Luca Ronconi Direttore Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa


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